The River Cry è l'album di debutto e un progetto solista dell'ex bassista di JJ72, Hilary Claire Woods. Registrato sulla penisola di Beara in inverno, il suo suono evoca un paesaggio che ricorda il cinema, con la sua minima strumentazione, toni delicati e teneri. Radicato nel visuale e invischiato con un unica melodia, le canzoni viaggiano su un argomento delicato e tessutale cammino di amore e perdita verso il mare.
domenica 7 aprile 2013
sabato 6 aprile 2013
DRAZY HOOPS "THIS IS THE SOUND OF..."
Drazy Hoops nato a Chicago, ma di base a New York, presenta il suo 8° album ufficiale, avendo avuto, dalla sua molto materiale da utilizzare. Un album complesso e compreso tra il suono classico, molti riff e musica alternativa, con un più che, di sottile meditativo pop, impiegando peraltro una buona vasta gamma di eclettici musicisti, per cosi riempire i pochi vuoti musicali nell'album. Il lavoro è interamente cooprodotto da Gary Maurer Hem. Nel sudetto album troviamo, la chitarra di Bob Hoffnar (Iggy Pop, Lloyd Cole), il violino da Karen Waltuch (Wilco, John Cale), e le voci dei cantanti Brooke Behmke e Dawn Landes. Note molto riempite, di uno scaltro senso dell'umorismo e ottimismo, questo è il suono di Drazy Hoops. Certe volte non è necessario andare cosi molto in profondità, per ottenere composizioni e per creare qualcosa che si ritiene significativi. Intona tutto questo con una basso timbro vocale, che sembra roll, melassa, attraverso le sue labbra e attraverso gli altoparlanti. Raccolta di una difficile convivenza, dolorose verità, divertenti osservazioni e qualche ferita, una storia che è per lo più trionfale alla fine, e sicuramente basato su eventi reali. DRAZY HOOPS
Etichette:
Album,
Alternative,
Musica,
Pop,
Recensioni,
SongWriter
DJANGO UNCHAINED
Ambientato nel Sud degli Stati Uniti due anni prima dello scoppio della
Guerra Civile, Django Unchained, che vede protagonista Jamie Foxx nel ruolo
di Django, uno schiavo la cui brutale storia con il suo ex padrone, lo
conduce faccia a faccia con il Dott. King Schultz (Christoph Waltz), il
cacciatore di taglie di origine tedesca. Schultz sulle tracce dei
fratelli Brittle, noti assassini, e solo l’aiuto di Django lo porterà a
riscuotere la taglia che pende sulle loro teste. Il poco ortodosso
Schultz assolda Django con la promessa di donargli la libertà una volta
catturati i Brittle: vivi o morti. E la canzone “Ancora Qui“, composta da Ennio Morricone e cantata da
Elisa nella nostra lingua, che grazie a quello spettacolare effetto
straniante ti fa ricordare che sebbene rivisitato, arricchito,
modernizzato, quello che vediamo nello schermo con occhi incantati è,
ancora una volta, il nostro patrimonio Italiano. Cast: Jamie Foxx, Leonardo DiCaprio, Samuel L. Jackson, Christoph Waltz,
Kerry Washington, Zoe Bell, James Remar, Don Johnson, Franco Nero,
Walton Goggins, Bruce Dern, James Russo, M.C. Gainey, RZA, Tom Savini.Produzione: Super Cool Man Shoe Too, Columbia Pictures, Double Feature Films, TheWeinstein Company.Distribuzione: Warner Bros Italia. DJANGO
Etichette:
Album,
Django,
Film,
QuentinTarantino
COLD WAR KIDS "DEAR MISS LONELY HEARTS"
"Dear Miss Lonely Hearts" è il nuovo, quarto album in studio dei Cold War Kids. Il primo nuovo materiale della band guidata da Nathan Willett di Long Beach, dopo il rilascio del 2011. L'album è stato registrato in California, in perfetto studio, con il produttore Lars Stalfors. E' la prima versione dell' ex modesto Mouse Dann Gallucci (The Mars Volta, Matt & Kim), che ha sostituito il Jonathan Russell all'inizio di quest'anno. L'album contiene 10 brani pieni di una vasta gamma di indie electro rock, nella profonda e più amara poesia atmosferica. Dicono: "Siamo stati scossi, pronti a far certe canzoni ed andare oltre, prima della sperimentazione di nuovi stili e modalità, mentre abbiamo avuto più cura circa il prodotto finito e meno su come ci siamo arrivati". Gli anni che passano hanno determinato un radicale cambio di suono nella band: passata è l’epoca dei suoni alla Robbers & Cowards, l’epico debutto che mise i Cold War Kids, come una delle band più originali emerse nello scorso decennio. COLD WAR KIDS
giovedì 4 aprile 2013
THE UNUSED WORD "INFINITY"
The Unused Word è il moniker di Anna, sia producer che cantante, proveniente da Vienna, davvero molto talentuosa. Con una gran voce personalizzata, quasi perfettamente intensa, riflessiva, interessante, per una consistente miscela fra vari generi: pop, r’n'b, soul, ritmi hip-hop ed elettronica. "Infinity" è l'album di debutto ed è uscito per la Duzz Down San. Immensa, "Infinity" e più che una miscela di suoni e generi, per un mix, che si adattano perfettamente alla sua particolare voce. Una Musicista debuttante, che ha iniziato a suonare il pianoforte quando aveva appena sei e mezzo, ha preso a produrre nel 2005 all'età di 20, ha iniziato a lavorare con Logic nel 2008, e ha fondato un coro nel 2009. Ha studiato composizione presso il gmd (Università di Musica di Vienna). La maggior parte di quello che sà di produzione proviene dall' apprendistato con Shockwave Dubstep. THE UNUSED WORD
Etichette:
Album,
Elettronica,
HipHop,
Musica,
Pop,
Recensioni,
TheUnusedWorld
RACHEL ZEFFIRA "THE DESERTERS"
Rachel Zeffira, proviene da una formazione classica,cantante lirica che ha studiato in Italia, quindi italo-canadese, la cui carriera ha avuto una inaspettata e decisa svolta lo scorso, quando ha unito le forze con Faris Badwan, dove formarono il duo "Cat's Eyes". Ora fa il suo debutto da solista con l'album "The Deserters". In parte album registrato agli Abbey Road Studios, tale che presenta uno stile orchestrale ma sottile, barocco e pop, che spesso evoca il tranquillo mondo del noto Nick Drake. "The Deserters" è un opera preziosa, straordinaria raffinata e fiduciosa, per una tale artista, che naviga all'interno, cosi pare, di questo nuovo territorio musicale, per la prima volta. "Ho voluto scrivere ogni nota e aver fiducia in me stesso, per produrre i miei propri testi", ha detto Rachel. L'Album è presentato da due video musicali diretta da Yuval. Zeffira ha un'intera orchestra dietro di lei, con pianoforti, strumenti a corda e fiato facendo versioni di ogni canzone primordiale. E anche se tutti i pezzi hanno della melodia familiare, presenta un suono chiaro e meditativo, con un minimo di tranquillità, che mi ricorda Erik Satie. Piuttosto che cantare è un'approssimazione di suoni e sospiri. Zeffira canta in relax , in bilico, con tono, mettendo in ogni canzone, la bellezza cristallina della sua voce piuttosto che gli effetti speciali che la circondano. RACHEL ZEFFIRA
Etichette:
Album,
Barocco,
Indie,
Musica,
Pop,
RachelZeffira,
Recensioni
mercoledì 3 aprile 2013
LAPLAND "LAPLAND"
Josh Mease condivide più di un nome con il cantautore Josh Rouse. Nella sua Lapland, album di debutto, Mease canta, suona la chitarra, basso, tastiere e tamburi, e ha anche altri tre batteristi. Egli è cresciuto in Texas, ma il suo è suono più evoluto è più muscoso e lussureggiante, secco e arioso, non diversamente dai bit e pezzi di Rouse. Egli si muove speditamente attraverso stili e generi differenti, mantenendo un suono personale e unico. Riesce a dare all'album una dose buona in qualità psych-pop, è molto dello stile degli anni '80. Naturalmente, si sente l'influenza indiretta di Brian Wilson. Mease è inafferrabile, lui è un vero artista poliedrico che può re-inventare se stesso alla caduta di un ottava, che si sentono come ogni canzone è un artificio, ma c'è qualche integrità musicale al di sotto di esso. Si può ascoltare l'effetto di una miriade di stili e generi musicali, dai primi pionieri degli anni '60 e 70, agli Impressionisti francesi come Ravel e Debussy, e negli anni 1970 come i Fleetwood Mac. Mescolare gli stili non è nuovo per Mease. Il suo amore d'infanzia di rock e country si sono evoluti a studiare chitarra jazz. Questa trasformazione dà a Mease un approccio unico alla scrittura delle canzoni, e il suo lavoro ha guadagnato in estimatori, non solo in ambienti indie, ma anche nel jazz, R&B, e la musica classica. Mease ha trovato sempre conforto nella solitudine del proprio pensiero, spesso preferendo i paesaggi entro l'occhio della mente, rispetto al trambusto della città che lo circonda. LAPLAND
Etichette:
Album,
Indie,
JoshMease,
Lapland,
Musica,
Pop,
Recensioni,
SongWriter
martedì 2 aprile 2013
DAUGHTER "IF YOU LEAVE"
"If You Leave" è l’album di debutto della formazione inglese, il trio londinese dei Daughter, capitanato da Elena Tonra. Il trio è composto dala voce vellutata di Elena Tonra (vocals, guitar), Igor Haefeli (guitar) compagni anche nella vita reale e Remi Aguilella (percussion). L’album è cosi stato prodotto, dal chitarrista Igor Haefelie coadiuvato da Rodaidh McDonald (The xx, Adele) Jolyon Vaughan Thomas (Maps), e mixato da Ken Thomas (Sigur Ros,M83). La notevole complessità dell'album è da ritenersi davvero ammirevole, considerando che la banda è cosi composta solo da tre membri. Musica soft, sussurata da sola camera, scarna, tormentata e delicatamente malinconica, testi poco allegri e claustrofobici. L'album si basa su una sorta di atmosfera creata da delicate chitarre stratificate, insieme a momenti di violente percussioni e batteria ma che li riunisce tutte.Tormentato, inquieto, intenso, cupo: si può definire in molti modi l’esordio dei Daughter, emozioni, così forti da far scordare i dettagli sonori. La voce di Elena Tontra scuote con la sua violenta calma. Con questo album, Tonra è in grado di diffondere il proprio talento musicale oltre i confini di un progetto solista, che per noi ascoltatori è una cosa entusiasmante. La band trova un punto dolce tra l'intimità della musica folk acustica e la travolgente potenza di indie-rock. Il risultato finale è una bella raccolta di canzoni che risuonano indipendentemente dalla loro specifica storia. Si tratta di un album che ricrea perfettamente uno stato d'animo che non è particolarmente salubre, ciò che è certo però che se non è una delle più straordinarie opere, è emotivamente coinvolgente. La bella Elena Tonra strappa i suoi demoni interiori e butta giù dall'alto ammalianti melodie per noi. DAUGHTER
lunedì 1 aprile 2013
CHARLES BRADLEY "VICTIM OF LOVE"
Davvero molto riuscito e cosi vivo e appassionante questo "Victim Of Love" di Charles Bradley. Dove lo stesso Bradley mantiene l'anima, in questo breve ma dolcissimo Album di sole undici tracce. Pieno di toccanti canzoni d'amore, con ritmo di infettive strappalacrime, questo progetto è stato sostenuto dalla produzione Daptone Record, che ci riporta ai giorni in cui sia il blues che il soul sono stati in generale all'unisono una sola cosa, e per anni sulla cresta dell'onda. C'è qualcosa di così speciale nella voce di Bradley, che ci afferra e ci tiene in tutto questo intero album. Per molti anni Charles Bradley ha lavorato come cuoco e anche esibito in alcuni spettacoli come imitatore di James Brown. Un giorno, fù scoperto dalla Daptone Records di Brooklyn, questo era il giorno in cui la carriera dell'artista finalmente iniziò. Il suo primo Album "No Time For Dreaming" ebbe un impatto positivo. Ora presenta il suo secondo Album "Victim of Love", una sorpresa, in cui l'ascolto presenta romanticismo e voyeurismo, e che i travagli della vita di Bradley hanno in qualche modo inciso nella sua voce, ma non c'è dubbio che il suo canto è molto potente. Un suono di black musicisti di 50 anni fa, ma è l'ultima cosa che ci viene in mente, quando Bradley scatena la sua arma segreta, un urlo contemporaneamente gioioso, catartico e profondamente inquietante. Un anima che trasmette emozioni per un suono primordiale, all'interno di un cuore profondamente addolorato. CHARLES BRADLEY
Etichette:
Album,
Blues,
CharlesBradley,
Musica,
Recensioni,
Soul
Iscriviti a:
Commenti (Atom)








