Big Daddy Wilson è nato più di 50 anni fa in una piccola città chiamata Edenton, nella Carolina del Nord. La popolazione di Edenton conta meno di 6000 abitanti, il 55% afroamericani, il 25% al di sotto della soglia di povertà. “Eravamo molto poveri, ma ho avuto un'infanzia molto bella”, ricorda Wilson. “Io e le mie sorelle siamo state cresciute da mamma e nonna. Vivevamo una vita semplice, andavamo in chiesa ogni domenica, a scuola nei giorni feriali. All'epoca lavoravo anche nelle piantagioni di tabacco e nei campi di cotone, ero un vero ragazzo di campagna”. Wilson cantava in chiesa ma non pensava mai di salire sul palco. “Ero estremamente timido”. I suoi tutori avevano buone intenzioni per l'orfano di padre e spesso lo mandavano in chiesa anche durante la settimana. "Questo non gli farà male, tiene il piccolo Wilson lontano dalla droga e dalle strade." Con il suo debutto internazionale da solista su RUF Records, Big Daddy Wilson farà un ulteriore passo avanti nella sua tarda carriera di musicista. Per “Love Is The Key” ha registrato le sue canzoni esclusivamente con una piccola band; riportandolo alle origini, spesso ridotte a strumenti acustici, ma sempre piene di anima. Puoi ascoltare la sua prima canzone qui, "Anna", la canzone su sua moglie. Il gospel è alla base di "Keep Your Faith In Jah", ma questo non impedisce al cantautore Wilson di lodare i talenti di una regina gitana di New Orleans, "Jazzy Rose". In "Hard Days Work", Big Daddy usa droni monotoni per effetti ipnotici sull'ascoltatore, mentre ritmi spensierati in stile giamaicano lasciano che "Dreaming" si muova. Aspetti autobiografici possono essere trovati altrove: "Ain´t No Slave" ci ricorda la storia afroamericana e allo stesso tempo ci rende consapevoli della crescente fiducia di Wilson. BIG DADDY WILSON
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