Willy Mason ha questa volta eletto Albione a luogo d’ispirazione per la registrazione del suo terzo disco, che segue lo scorso “If The Ocean Gets Rough” dopo ben cinque anni, dove gli erano stati fatti paragoni illustri dicendo di assomigliare a Cash, Cohen e Dylan. Egli è stato molto impegnato in questo periodo ma valeva la pena aspettare. Questo disco, prodotto da Dan Carey è uscito nella prima decade di Dicembre sul mercato inglese e verrà pubblicato in Italia il 15 gennaio del nuovo anno. Egli appare geniale, suona come un vecchio di 100 anni, mischiando tra di loro toni di Blues e Folk. Il lavoro risultante è un Mason più ambizioso e pienamente realizzato. Elementi di dub e reggae si infondono perfettamente con la chitarra e il basso, e Mason, inimitabile con la sua profonda vocalità basta, per offrire canzoni inondate con i sentimenti di speranza, delusione, amore e perdita delle connessioni. Liricamente l'album è una gioia, piena di immagini e frasi intelligenti, che rievocano tinte di seppia e affreschi western. "Si tratta di un racconto che è basato su di me, del mio personaggio attraverso le prestazioni, e credo che alla fine di questo album, mi ordina di chiudere la porta e aprendo un nuovo mondo di possibilità." Bisogna non farsi prendere dal panico, l'uso di toni digitali è complementare al caldo suono acustico che conosciamo e amiamo, e riesce a fornire un carattere distintivo all'album. Tra gli undici pezzi del disco scegliamo “Painted Glass”, psichedelica e mordbida,
mista al solito country ed al folk prediletti dall'autore, nel quale aleggia l’ombra positiva dei Wilco. Willy Mason è maturato musicalmente nel corso dei suoi album e ha dimostrato di essere un cantautore di talento, tanto che dovrebbe avere un pubblico molto più ampio di quello che ora ha. WILLY MASON
Nessun commento:
Posta un commento